le mie Marche
Paesaggi e Architettura

Quando la vedi per la prima volta pensi che sia una rocca come tante di quelle sparse nel territorio a guisa di difesa di un tempo che è stato, ignori completamente che questa di Sassocorvaro sia una costruzione fortilizia dal duplice significato : doveva servire a proteggersi dai nemici esterni ma essere simbolo al tempo stesso di qualcosa di più recondito, un messaggio in bottiglia per coloro che fossero in grado di vedere. Francesco di Giorgio Martini, colui che è stato accreditato come progettista e costruttore, tuttavia non ne riconobbe la paternità e forse il motivo è chiaro: l’idea era di  Ottaviano Ubaldini, fratello del duca Federico, eminenza grigia della corte di Urbino, non la sua. Lui non l’avrebbe mai permessa una costruzione rotonda, buona si per proteggersi dalla bombarda, la nuova arma del Rinascimento, tuttavia estremamente rischiosa perchè impediva di vedere completamente gli assalti del nemico. Ma Ottaviano fù coriaceo in questo, proprio come l’animale da cui la Rocca prende  forma: e cioè una tartaruga. Vista dall’alto infatti  è una gigantesca testuggine di pietra.
E subito, non si può non pensare al significato alchemico della sua anima/forma. Ottaviano era , oltre che filosofo e letterato, consigliere del Duca  e astrologo, certamente  un mago e un  alchimista. 


C’è da dire che anche  lo stesso Cosimo de’ Medici  nel Cinquecento scelse la tartaruga come emblema per la sua flotta, con una vela sul dorso e il motto “ festina lente” cioè affrettati lentamente. Nel senso di fare le cose con calma ma non smettere mai, procedi con cautela ma non ti fermare. 

Per Ottaviano, grande tattico e politico, la fretta,  qualsiasi percorso s’ intraprenda, è cattiva consigliera:  il tempo, la pazienza, la dedizione e lo studio della materia  conducono alla metamorfosi, ovvero alla trasformazione alchemica dell’ elemento che da pietra grezza si tramuta lentamente in oro. E ciò accade anche e soprattutto per lo spirito.

Era stato in precedenza un castello, distrutto e messo a fuoco  nel 1464 da Sigismondo Pandolfo Malatesta, il signore di Rimini perennemente in guerra coi Montefeltro di Urbino, e Federico nel ricostruirlo, aveva deciso di farne la residenza di colui che era , oltre che fratello, un vero amico e confidente . Ottaviano non si lasciò sfuggire quest’occasione. Forse lui stesso si considerava una tartaruga e voleva avere la sua testuggine, voleva finalmente viverci dentro. In fondo la vita non è altro che una combinazione di elementi , dove se si fa attenzione e si procede studiando ogni mossa , quindi con dovizia , si è testimoni di una felice metamorfosi , ovvero di una trasformazione della pietra dapprima oscura e grezza  a  lucente oro.  Dalla fase di nigredo alla fase di albedo per parlare come gli alchimisti.  

Proprio per la presenza di questa costruzione Sassocorvaro è considerata la capitale esoterica delle Marche e la rivista Focus la inserisce tra i dieci luoghi più importanti del mistero.  Molti studiosi si sono succeduti a carpirne il segreto ed è stata spesso  sede di numerosi studi sulla parapsicologia, seminari, convegni con medium di riconosciuta importanza.
Molti sensitivi e medium  hanno avvertito la presenza di militari in battaglia, oltrechè di un uomo ucciso a tradimento  dal Malatesta, tal Corrado Cariati. La Rocca inoltre possiede una carica energetica particolare, con spostamenti di oggetti e fenomeni luminosi, molto probabilmente in origine il luogo costituiva un importante centro di culto solare. Negli ultimi anni si è proposto di ospitare una piccola biblioteca con testi inerenti la filosofia occulta rinascimentale. L’occultismo e l’astrologia, ovvero la possibilità e la ricerca della capacità di poter controllare il proprio destino prende campo proprio nel Rinascimento.  

Un ultima notizia su questo magico luogo : sembra che ogni  26 agosto, di notte, si sentano rumori di cavalli, grida e pianti e una sorta di crepitio come di un vago incendio. 

Qualcuno ogni anno in quel giorno sembra avventurarsi ad ascoltare o vedere  ciò’ che appare solo a chi sa farlo veramente. 

Che abbia qualcosa di speciale è assolutamente certo, non fosse per la grande operazione di salvataggio , appena prima della grande guerra , di tutte le opere d’ arte , più di diecimila, pervenute dalle gallerie nazionali e chiese di tutta Italia, nella quale furono nascoste opere del Giorgione, Tiziano, Piero della Francesca, Paolo Uccello, Raffaello. Il protagonista di tutta questa straordinaria vicenda fu’ il soprintendente Pasquale Rotondi che riuscì a salvaguardare da distruzioni e razzie il nostro tesoro nazionale, nascondendolo in questa mirabile costruzione. 

 

Lascia un commento